Replying to Prima Saga - Sfida tra i ghiacci
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~ShiraPosted: 17/8/2010, 12:54

7) Imprevisto pericoloso



La nube si diradò poco a poco, permettendo la vista del corpo di Marion a terra. Con un balzo Goku le fu vicino, la tirò delicatamente su per osservarla ed il suo sguardo serio si stemperò leggermente.
“Non è morta, è solo svenuta. Però le ferite sono piuttosto gravi”. Era piuttosto stupito, in verità. Certo, C18 aveva scagliato il colpo usando un decimo della sua potenza, ma era comunque piuttosto forte per una normale umana. Invece lei era viva, sebbene malconcia. Sorrise, contento. Se allenata bene quella ragazza poteva diventare una grande guerriera. Forse al termine di quell'avventura poteva portarla con sé da Ub ed allenare entrambi, ne sarebbe stato felice. Già...Ub...chissà cosa stava facendo, in quel momento, e se era al sicuro. Sperava solo non facesse mosse affrettate, era l'embrione di un grande guerriero, ma pur sempre solo un embrione. Lo sguardo tornò nuovamente verso Marion, adesso nuovamente preoccupato. Occorrevano i senzu, per ferite tanto gravi.
Alzò la testa, osservando C18 con serietà, non poteva credere che avesse usato un colpo del genere contro una povera creatura indifesa. Ma dove aveva la testa?! Avrebbe potuto ucciderla. Anche se qualcosa suggeriva al saiyan che per lei non dovesse essere proprio una brutta prospettiva. Si voltò per osservarla; contrariamente alle sue aspettative sembrava vagamente preoccupata. Vagamente.
“Dobbiamo andare a prendere dei senzu. Chi se ne occupa?”
Una vocina gli rispose, tirandogli delicatamente i pantaloni della tuta con la piccola manina.
“Vado io, nonnino”.
Goku sgranò gli occhi quando il suo sguardo incontrò la figura della piccola Pan. La osservò, scrutando nei suoi occhietti determinati. Era rischioso, molto rischioso. Ma forse Pan poteva farcela. Stava per rispondere, quando Gohan ritenne necessario intervenire per salvaguardare la vita di sua figlia.
“Assolutamente no! E' troppo pericoloso!”
La piccola guardò il padre con due grandi occhi imploranti, ma lui sembrava irremovibile. Non poteva correre il rischio che quei due alieni uccidessero la sua unica figlia. Lui doveva proteggerla ad ogni costo, non mandarla tra le braccia di due assassini.
Goku lo osservò, senza dire niente. Riportò lo sguardo su Marion e la sollevò delicatamente da terra, per portarla nella sua stanza in attesa dei senzu. Si avvicinò a Gohan, guardandolo deciso.
“Gohan. Pan può cavarsela. Lascia che dimostri le sue capacità”.
Il ragazzo più giovane lo osservò senza capacitarsi delle sue parole. Scherzava o diceva sul serio?!
Goku annuì, come a voler testimoniare che era assolutamente serio e convinto di ciò che diceva. Il figlio sospirò debolmente, osservando poi l'adorata figlioletta con un sorriso.
“Stai attenta, tesoro”
Pan annuì e corse immediatamente fuori dal rifugio, sparendo in un baleno dalla vista dei presenti, diretta verso l'Obelisco di Balzar.
Adesso non restava che attendere, sperando che la piccola riuscisse a non incontrare Kagami e Miraa.

Nel frattempo sul pianeta dei Kaioshin la tranquillità regnava sovrana. Più o meno. In realtà Kaioshin il Sommo osservava l'evolversi della vicenda tramite la sua sfera, preoccupato.
“Ma cosa è saltato in mente a quegli stupidi di mandare una bambina là fuori?!”.
Una ragazza lì vicino osservava le immagini scorrere veloci sulla sfera, mentre mangiava dell'uva contenuta in una terrina. Sbuffò alla frase della divinità, per nulla preoccupata.
“Oh, avanti! Io a due anni già mi allenavo con il Dai Kaioshin, e voi vi preoccupate che una marmocchia non riesca ad arrivare da Balzar?”.
Kaioshin dell'est si voltò, per osservare il volto della bella ragazza. Con un sorrisetto ironico unì le mani tra loro, appoggiando le dita alla bocca. Poi la guardò con fare beffardo.
“Sai, Shira...tecnicamente è Andrastea che si è allenata fin dai due anni con il Dai Kaioshin. Non tu”
La ragazza lo guardò fissa, senza staccare gli occhi dai suoi per un solo istante. Poi sorrise, tornando tranquillamente a mangiare la sua uva.
“E che cosa cambia? Adesso Andrastea è parte di me. Quindi è come se fossi stata io stessa ad allenarmi con lui”
Kaioshin scosse leggermente la testa, un po' scettico al riguardo, ma non osò aggiungere altro, preferendo continuare ad osservare ciò che i guerrieri stavano facendo, tramite la sfera.
Shira si accigliò, schiarendosi la gola per richiamare l'attenzione della divinità. Quando lui si girò lo osservò con uno sguardo infuocato che avrebbe fatto paura al cuore più temerario.
“E comunque non pronunciare più quel nome...sai perfettamente che me ne ricorda un altro!”
Kaioshin dell'Est restò in silenzio qualche minuto, come se dovesse pensare alla frase appena detta dalla ragazza. In realtà sapeva benissimo a cosa lei si stesse riferendo, ma con tono innocente disse
“...Haranea...?”
Con un colpo del palmo della mano Shira distrusse la ciotola di terracotta, mandandola in mille pezzi. Quindi si alzò di scatto.
“Dove diamine si è cacciato Ananke?”.
Gli altri due scossero le spalle, come ad indicare che ne sapevano quanto lei e così la ragazza fu costretta a sedersi di nuovo, infuriata come poche volte in vita sua. Non era possibile che suo marito scomparisse sempre. Sempre.

Pan arrivò all'obelisco di Balzar in breve tempo. Era veloce, quella bambina. Ma approdata sull'obelisco, Balzar la squadrò con sospetto.
“Tu chi sei? In ogni caso dovevi arrampicarti”
La piccola bambina strabuzzò gli occhi
“Mi chiamo Son Pan”.
Il gatto annuì, riconoscendo il cognome della piccola, ma nuovamente con la zampa le fece segno di scendere e arrampicarsi fino in cima. La piccola lo guardò fisso e dopo pochi istanti scoppiò a piangere. Il suo era un pianto disperato. Nonnino voleva vederla ritornare presto con i senzu, ma lei non era sicura di riuscire velocemente nella scalata di una torre così alta.
Il gatto strabuzzò gli occhi, incredulo e cercò di coprirsi le orecchie, ma il pianto della piccola Pan sembrava poter entrare direttamente nel cervello. Alla fine il saggio Balzar fu costretto a cedere e consegnò alla bambina un sacchetto di senzu, per farla smettere. Lei annuì felice ed iniziò a volare a gran velocità verso il rifugio, sperando di avere la stessa fortuna di non incontrare i due nemici.

Polvere.
Rumore.
Sangue.
Questo ciò che circondava Van, mentre cercava faticosamente di rialzarsi. Un attacco energetico di Saisho l'aveva fatta cadere a terra con un tonfo secco. Per la ventesima volta.
Nel frattempo Aikagi si godeva lo spettacolo, seduto comodamente su un albero da cui poteva vedere tutto.
Saisho rimase immobile, osservando la ragazza a terra.
“Vuoi fermarti, Van?”
La ragazza si rialzò a fatica, squadrando l'amico con sguardo di ghiaccio.
“No. Devo imparare a fronteggiare anche gli attacchi energetici, se voglio vincere. Sono sicura che Kripta sa usarli”
Saisho annuì. Vista la forza della ragazza in questione era in effetti molto plausibile sapesse usare l'energia spirituale. Lanciò uno sguardo al maestro, appollaiato sull'albero.
“Maestro, le chiedo il permesso di insegnare a Van ad usare il ki”
L'anziano saggio sembrò riflettere per qualche secondo sui pro e i contro della richiesta del suo pupillo. Aveva decretato che fosse troppo pericoloso far utilizzare il ki ad una persona impetuosa come Van, ma si rendeva perfettamente conto che per sconfiggere Kripta era estremamente necessario che Van imparasse a controllare la propria energia. Alla fine annuì, rendendo il giovane allievo estremamente felice. Finalmente avrebbe potuto far vedere alla ragazza dei suoi sogni di cosa era capace, insegnandole ad utilizzare la sua energia spirituale.
Anche la ragazza era al settimo cielo, al prossimo torneo avrebbe potuto far vedere a Kripta di cosa era capace. L'avrebbe distrutta. Umiliata.
Si avvicinò al ragazzo e lui le prese le mani, facendola arrossire leggermente.
“Ok, Van, adesso devi imparare a condensare la tua energia spirituale. Grazie al mio aiuto”
La ragazza chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi. Doveva farcela. Non poteva fallire. Cercò di rilassarsi di più, di lasciare andare le preoccupazioni, finchè le sembrò di sentire qualcosa scorrere in lei.
Saisho sorrise, contento per lei. Anche lui aveva provato un'emozione indescrivibile la prima volta che aveva avvertito la sua energia spirituale.
“La senti?”
La ragazza annuì, sorridendo felice, mentre il ragazzo si faceva improvvisamente serio: adesso arrivava la parte più difficile.
“Bene, cerca di incanalarla in un'onda...riesci?”
La ragazza serrò maggiormente gli occhi, nello sforzo della concentrazione. Cercò di incanalare l'energia che sentiva e riuscì a farla uscire sotto forma di una piccola sfera dorata nel palmo della sua mano. Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, fissando quella piccola espressione di energia. Strano fosse così piccola...avrebbe giurato che Van avrebbe ottenuto una quantità di ki ben più grande...
Si grattò pensieroso la testa e poi scosse le spalle con noncuranza. L'avrebbe incrementata in seguito, non era un problema.
“Bene, adesso prova a lanciarla contro un bersaglio” le spiegò con un sorriso e guardandosi attorno per individuare qualcosa che potesse essere colpito.
Ma Van fu più veloce di lui e scagliò quella piccola sfera contro l'albero su cui si trovava Aikagi.
Il maestro era tranquillo e rilassato, sicuro che un'onda così piccola non avrebbe creato alcun problema.
Contrariamente alle aspettative quella piccola onda, a pochi millimetri dal bersaglio, si ingrandì, assumendo proporzioni enormi e costringendo Aikagi ad attivare una barriera per proteggersi.
Quando il fumo si diradò era possibile vedere Aikagi furioso e Saisho e Van sbigottiti. Nessuno dei tre aveva mai visto un colpo simile.
Il maestro squadrò i due allievi, con sguardo serio.
“Avete distrutto il muretto di cinta del dojo. Riparatelo immediatamente, lì ci sono i mattoni!”
Indicò ai due l'arsenale ed entro nell'edificio, lasciano i due da soli.
Impossibilitato a trattenersi oltre, Saisho scoppiò a ridere, avviandosi verso i mattoni, seguito a ruota da Van, che proprio non capiva cosa ci fosse da ridere nell'aver quasi ucciso il loro maestro.
Saisho si voltò verso di lei, guardandola con un'espressione ironica dipinta in volto.
“Hey, questa tecnica la chiamiamo Sapuraizu Koogeki!”
Van lo guardò, mordendosi il labbro inferiore per mantenere un'espressione neutra. Ma era impossibile, in pochi secondi cedette e scoppiò a ridere, mentre prendeva i mattoni per ricostruire il muro di cinta.


Pan arrivò alla base a tutta velocità, guardandosi alle spalle per accertarsi che nessun nemico l'avesse seguita. Era fiera di sé, aveva compiuto la missione assegnatale dal nonno, dimostrando di essere una brava guerriera.
Gohan era pronto ad accoglierla con un grande sorriso.
“Bravissima, bambina!”
velocemente prese il sacchetto dalle piccole mani della figlia e lo passò al nonno. Il saiyan più grande entrò rapido nella camera di Marion, dove aveva lasciato il corpo della ragazza. Adesso era pronto a farla guarire, per poterle far riprendere gli allenamenti. La sua resistenza poteva essere molto utile. Una volta entrato dentro la stanza spostò lo sguardo sul letto, ipotizzando che la ragazza si trovasse lì. Ma non c'era. Né lì, né altrove. La stanza era piccola, pertanto Goku con una sola occhiata poteva spaziarla tutta. Marion non c'era.
Goku tornò dagli altri, con un'espressione realmente stupita in volto.
“Marion non c'è”
C18 sgranò gli occhi, osservandolo.
“Come non c'è?!”
Il saiyan, di tutta risposta, alzò le spalle, ad indicare che non sapeva proprio cosa dirle. Marion nella stanza non c'era e questo era l'unico fatto. Per il resto potevano essere fatte solo supposizioni.
Vegeta si accigliò, veramente arrabbiato. Adesso quell'ochetta era sparita, ci mancava solo questa!
Goku fece girare lo sguardo tra i presenti, preoccupato.
“Avverto la sua aura. Non è molto lontana da qui, per fortuna...ma Kagami e Miraa potrebbero arrivare prima di noi...”
Era un imprevisto molto pericoloso. Non potevano abbandonarla al suo destino, ma andare a cercarla era terribilmente rischioso.
Fu C18 a prendere la parola, sbuffando.
“Vado io a cercarla!”
Il marito si dimostrò allarmato a questa prospettiva, ma lei lo zittì all'istante.
“Era sotto la mia responsabilità!”
Crilin avrebbe voluto obbiettare, ma non gli venne dato il tempo. C18 sparì velocemente, diretta verso il punto in cui si trovava Marion.
Marlon si avvicinò all'uscita, senza però osare fare un passo all'esterno. Il viso era atteggiato in un'espressione mortalmente preoccupata. Non voleva rischiare di perdere la madre.
A Trunks quell'espressione non sfuggì.
“Vado con lei”
disse, deciso. Il padre lo guardò serio per qualche secondo e poi annuì. Finalmente il figlio sembrava prendere un minimo di iniziativa.
Trunks si voltò verso l'amico di sempre, squadrandolo.
“Vieni con me, Goten?”
L'altro annuì senza farsi pregare. Anche lui voleva che Marlon stesse tranquilla. Avrebbe protetto lui sua madre. A qualunque costo.
Con rapidità seguì l'amico più grande fuori dal rifugio ed i due in breve tempo raggiunsero C18 in volo.

La cyborg li squadrò con sospetto.
“Che ci fate qui, mocciosi?”
Goten si strinse nelle spalle, con aria di noncuranza
“Ti aiutiamo, zietta”
Immediatamente C18 si fermò, guardandoli con odio feroce mentre i due ridevano di soppiatto
“Chiamatemi un'altra volta così e sarete morti. Chiaro?”
Entrambi presero una posizione militare.
“Signorsì, signora!”
Senza attendere risposta superarono la cyborg a tutta velocità, nella speranza di trovare Marion il più rapidamente possibile e senza incontrare i nemici. A malincuore la donna decise di seguirli. In effetti due saiyan potevano sempre essere d'aiuto. Chissà, magari avevano la straordinaria capacità di Goku e Gohan di trasformarsi nel modo giusto al momento giusto...

Kagami e Miraa nel frattempo continuavano a mietere sempre più vittime, con entusiasmo. Ancora poco tempo e avrebbero conquistato il pianeta. Il loro capo, Teikoo, ne sarebbe stato entusiasta. I due cominciarono a spostarsi. Ormai avevano distrutto tutta la zona ed era meglio cercare altrove nuove vittime. Dovevano sbrigarsi, o Teikoo si sarebbe arrabbiato molto.
Entro pochi minuti arrivarono in una zona evacuata e cominciarono a guardarsi attorno, circospetti, finchè un rumore attirò la loro attenzione. C'era qualcuno. Rapidamente si diressero nella direzione da cui proveniva il rumore e scorsero una donna che vagava per le rovine di quella che un tempo era la via principale della città, ricca di negozi. Avevano già sorvolato quella zona ed erano convinti di aver ucciso tutti gli abitanti, invece a quanto pareva c'era una superstite. Poco male. Potevano pensarci in quel momento. Scesero fino a ritrovarsi davanti alla donna.
“Hey, terrestre!”
Lei si voltò, guardandoli con un sorriso.
“Hey, ciao! Siete qui per fare shopping? Andate ad una festa in maschera?”
Un gocciolone apparve sulla testa dei due alieni, che si trovavano di fronte a Marion. Quella ragazza doveva essere davvero coraggiosa per parlare così a due esseri pericolosi come loro. Ma l'avrebbero eliminata comunque con facilità.
Kagami caricò un Ki Blast non troppo potente e lo lanciò contro la terrestre, facendola finire a terra, quindi si voltò verso il fratello.
“E anche questa terrestre insolente è sistemata!”
Marion si rialzò a fatica, poco distante.
“Hey, ma che modi sono?!”
I due alieni granarono gli occhi, stupiti. Non era possibile! Una sciocca, banale, inutile terrestre non poteva resistere a un loro colpo! Evidentemente avevano a che fare con una guerriera esperta...
Ok, allora avrebbero usato una maggiore potenza.
Si misero l'uno vicino all'altro e caricarono due forti onde. Una nera ed una bianca. A queste non sarebbe sopravvissuta di certo!
Le lanciarono verso di lei, notando con piacere che la donna non sembrava intenzionata a spostarsi dalla loro traiettoria. Ma qualcosa interruppe i loro piani. Le due onde vennero deviate da una grande onda di colore blu ed una seconda donna si parò davanti a loro.
Marion sorrise, inclinando la testa di lato.
“Ciao, sensei!”
C18 resistette all'impulso di strangolarla. L'avrebbe fatto, però. Oh, sì, l'avrebbe fatto. Ma in un momento più opportuno...
I due alieni si prepararono a colpire la bella cyborg quando due ragazzi scesero dal cielo parandosi al suo fianco. Bene, avrebbero ucciso anche loro.

Trunks sorrise, voltandosi verso C18
“Porta via Marion, mentre noi cerchiamo di trattenerli”
La donna annuì, anche se la preoccupazione era evidente nel suo sguardo. Quei mostri erano troppo potenti per loro. Sperava che quella non fosse l'ultima volta che poteva vederli.
Senza tante storie la cyborg prese Marion di peso, come se fosse un sacco di patate, e se la caricò sulle spalle, spiccando poi il volo per riportarla alla base.
Trunks e Goten, intanto, si misero in posizione di combattimento.
Quello era il loro momento.
Senza attendere un solo istante si trasformarono in Super Saiyan, pronti a combattimento.
Sapevano che non c'erano alternative: o la vittoria o la morte.


Livelli di combattimento
Goku SSJ3: 570.000.000
Mystic Gohan 560.000.000
Goku SSJ2: 380.000.000
Vegeta SSJ2: 364.000.000
Kagami: 360.000.000
Miraa: 360.000.000
Goku SSJ: 190.000.000
Vegeta SSJ: 182.000.000
Piccolo: 65.250.000
C18: 50.000.000
Trunks SSJ: 40.660.000
Goten SSJ: 38.760.000
Goku: 25.000.000
Vegeta: 24.000.000
Trunks: 5.350.000
Goten: 5.100.000
Tensing: 3.800.000
Crilin: 3.600.000
Ianko: 700.000
Riff: 600.000

Marion (con armatura): 100
Marion: 2